Forse non lo dovevo invitare per il caffè. Chi beve un caffè
alle 23.00? Va beh, ho fatto la figura di quella che ci sta, ma mi piace,
sembra che si diverta a permettermi di gestire il gioco. Gioco in casa, siamo
nella mia città, e lui sta come rispettando la mia autorità; nevica, fa freddo,
chi cazzo ha mai visto nevicare l’11 ottobre, è bene che cammini veloce. In
effetti non ho mai camminato così veloce, e stasera non fa eccezione, ma lui
sembra voler rimanere indietro, chissà che sta guardando, il maialino che ho
trovato, “ti piace quello che vedi?”, dio quanto vorrei chiederglielo.
Arrivo a casa ed apro il cancello, la corte la attraverso,
questa volta sì, velocemente, non mi fa piacere che qualcuno si impicci nei
fatti miei. Entro rapida, non gli rivolgo la parola, chiuda lui la porta, e
speriamo non la sbatta. Devo salire solo all’ammezzato, ma non voglio correre,
voglio che si goda la scena, e indugio sull’ultimo scalino; proprio non resisto
e devo girarmi a guardarlo, devo vedere che effetto ho fatto…l’effetto che
volevo.
Apro la porta facendo un po’ di casino con le chiavi ma alla
fine sto portando un uomo nel mio spazio, e la cosa mi piace il giusto, entro e
non faccio neanche in tempo ad accendere la luce che il ficcanaso è già entrato
e butta lo sguardo di qua e di là, è qui che decido di aggredirlo, lo bacio
mentre chiudo la porta alle sue spalle e poso le chiavi nella ciotola, cazzo
non deve andare in giro a ficcanasare. Succede qualcosa di strano, il mio bacio
voleva essere freddo, tattico, logistico, mi serviva per bloccarlo, e invece
eccomi qui, un brivido mi sale, leggero, sulla schiena e il sangue mi abbandona
le gambe, ho quasi paura di accasciarmi, ma che cazzo mi sta facendo questo
qui. Mi scappa un sospiro incredibilmente lungo, e sento che se ne accorge
benissimo, sta gongolando il maledetto, ha capito di avermi in qualche modo
stregata. Lo porto sul divano e mi inginocchio accanto a lui, è basso, e anche
da seduta voglio dominarlo. Continuo a baciarlo e non riesco a trattenerlo, non
so come faccia a capire come voglio essere baciata ma non mi importa, devo
toccarlo, ho bisogno di accarezzargli il collo, il viso, il petto; sospira, fa
un respiro incredibilmente profondo, gli piace quello che succede, o forse si
sta annoiando? So di essere lenta nel fare le cose, ma se trovo chi sa
riempirlo, voglio godere di tutto il mio tempo, e questo stronzo ci riesce e
non capisco come, così presto. E’ qui che mi passano le paranoie sul cosa gli
stia piacendo o meno, finalmente mi mette la mano sul seno e non ha alcuna
fretta, ma una decisione che mi toglie il respiro, mi prende forte per le
braccia e mi alza, comincia ad usare la lingua, il suo bacio diventa profondo e
in qualche modo sto perdendo il controllo della situazione, e non me ne frega
poi così tanto, anche perché non pare prepotente, sembra quasi che ci si stia
venendo incontro. Lo voglio sentire, la giacca gliel’ho già tolta, deve sparire
quella camicia, voglio essere toccata, voglio essere spogliata, perché non lo
fa? Gli sbottono la camicia, un bottone alla volta, non mi inceppo mai, i
polsini li aveva già aperti lui. Butto la camicia da qualche parte e finalmente
ne sento il calore. Mi palpa il seno destro e con la sua mano destra mi slaccia
il reggiseno, sfila il vestitino subito dopo e capisco cosa stesse aspettando:
le sue mani sono ancora un po’ fredde, peccato si sia posto questi problemi,
dio quanto voglio le mani fredde di un uomo su di me. Sembra decisamente contento di quello che ha
trovato, e si premura subito di mostrarlo, mi bacia il seno, mi lecca il
capezzolo sinistro e lo mordicchia leggermente, le sue mani scendono sul mio
culo e finalmente lo stringono come volevo “la senti la palestra?”, ma perché
oggi vorrei essere porca in questo modo così arrogante? Riesco a mordermi la
lingua anche questa volta. Torna a baciarmi ed appoggiarsi a me, sento che è
già bello duro e ho voglia di vederlo, ho voglia di averlo, mi sta lentamente
abbassando i leggins e le coulotte che ho scelto oggi, muoviti dai, voglio
spogliarti! Me li abbassa completamente, devo riuscire a togliermi gli stivali
senza interrompere il flusso di ormoni…mai riuscito un capolavoro del genere:
c’avrò messo 3 secondi, e so di essermi mossa alla grande. Gli slaccio quella
maledetta cintura e sbottono i jeans. L’avevo già sentito da fuori, non voglio
ancora scartare il mio regalo e gli lascio i boxer, ma adoro sentire quanto gli
stia piacendo quello che sta succedendo. Basta, mi spoglio, speriamo faccia lo
stesso, lo voglio dentro di me!Sono piuttosto brava a fare queste cose e anche
lui si spoglia con un movimento solo, non si blocca, non si inceppa, massimo 3
secondi e sono completamente nuda davanti a lui, si è tenuto i boxer. Sei uno
di quelli che vuole essere spogliato eh?! Benissimo, mi piace scartare i miei
regali, gli abbasso i boxer e glielo prendo subito in mano, pulsa, è caldo, è
duro, non ho alcun bisogno di riscaldarlo, ma un po’ ci voglio giocare lo
stesso…Lascia scivolare i boxer e finalmente è nudo, mi diverto a torturarlo ma
sto torturando me stessa, lo voglio dentro di me, mi sposto verso il divano ma
mi prende di forza e si siede lui, vuole essere cavalcato eh!? Bene, mi piace
il comando, mi è sempre piaciuto, mi siedo su di lui e vedo che non fa niente
per trovare la strada giusta, vuole che lo faccia io; molto bene, lo prendo in
mano e lo conduco dove voglio, sono già eccitata, so benissimo che il corpo non
opporrà nessuna resistenza all’ospite, lo sento scivolare dentro di me, una
sensazione di calore mi avvolge, non aspetto, non assaporo il momento, comincio
subito a muovermi, lo voglio sentire più dentro, voglio sentire dove arriva,
voglio guardarlo godere. Scelgo il mio ritmo, vado avanti e indietro col
bacino, mi cinge i glutei con le mani, corregge alcuni movimenti, ok, non così
indietro, ok, più su, come cazzo è possibile che io goda di più come mi ha
spostato lui? Perché non riesco a sentirmi dominatrice ma solo una maledetta
metà di un intero che sta funzionando come un meccanismo perfetto? Amo le mie
tette, so quanto siano belle, gliele muovo a un centimetro dalla faccia, le
deve cercare lui; non se lo fa neanche chiedere, prende subito il mio seno
destro con la bocca, succhia il capezzolo, lo cinge con la bocca e gioca con la
lingua, mi sta facendo impazzire; accelero il ritmo, voglio godere, voglio
godere subito, devo venire, volevo torturare lui e sto torturando me stessa, mi
aiuta con le mani sui glutei, mi sposta su e giù come vuole lui e continuo a
non capire come cazzo faccia a farmi arrivare a questo orgasmo lui, scegliendo
il ritmo per me, piuttosto che io scegliendolo da sola, eccolo, arriva, mi
sento bruciare e poi ghiacciare, con un brivido mi accascio sulla sua spalla
non sapendo neanche quanti santi ho invocato. Oddio questa cosa non può finire,
non mi voglio neanche riposare, mi alzo e lo lascio sfilare fuori di me, lo
voglio in camera, mi alzo, gli prendo la mano e lo porto dietro di me fino in
camera. Mi sdraio sul retto, mi sto per rialzare, vorrei sentirlo in bocca ma
mi sovrasta e mi bacia, scende subito a baciarmi sui seni, sulla pancia, e
arriva dove speravo arrivasse, comincia a leccarmi con il piglio di chi ha
deciso di farmi impazzire, eppure pare che faccia l’unica cosa che sembra
essere giusta al momento, sembra come se non potesse non essere così, non ha
cominciato neanche da 10 secondi e io già sto impazzendo. Perché questo
maledetto mi capisce così, mi inarco leggermente e capisce di andare più
profondo, lo cingo con le gambe e mette più vigore nella spinta di lingua, mi
sento morire, questo qui mi farà impazzire tutta la sera, già mi arrivano i
primi brividi, i primi scarti, continua costante nella sua tortura e io mi
vergogno come una ladra a lasciarmi andare così, starò facendo una figuraccia
ma mi viene spontaneo, lo prendo per i capelli, gli cingo la testa con le
gambe, che non si sogni neanche di spostarsi da dove si trova, che non pensi di
cambiare qualcosa, sto impazzendo, non riesco più a controllare gli spasmi del
mio corpo, né quelli della mia lingua, non so neanche che cosa sto dicendo ma
non è importante, non sono io che me ne fotto, è che non importa, sento questo
momento come il perfetto funzionamento di una cosa sola; i miei spasmi sono
diventati incontrollabili, sento quel calore spaventoso e quel brivido
fortissimo sulla schiena, l’orgasmo arriva, tremo, mi alzo, non riesco neanche
a stare sdraiata, mi aggrappo alla sua schiena per non cadere. La deve smettere
e la smette, non lo reggerei ancora, ma lui è ancora lì, teso, duro e con
chissà quali progetti in testa, ma sembrano gli stessi miei: lo voglio ancora
dentro di me, non glielo chiedo, non glielo dico, non glielo faccio capire, mi
spinge sul letto e subito mi penetra, fa un po’ di resistenza ora ma entra e
scivola dentro quasi senza difficoltà, tutto sembra diventato un po’ più
frenetico ora, i miei tempi flemmatici non so neanche dove siano finiti, sta
facendo dentro e fuori facendomi impazzire, oddio che serata, chi se lo sarebbe
aspettato, lo prendo per i glutei e lo tiro dentro di me, quando affonda voglio
che arrivi fino in fondo, con le gambe gli cingo le sue, cazzo lo voglio
sentire attaccato a me con ogni parte del mio corpo, ormai penso di avere la
febbre a 45 gradi, non capisco più niente e non mi sento parte di questo mondo
ma solo di qualcosa di perfettamente sincronico, di un unico grande orgasmo che
ci unisce, comincia ad ansimare e lo sento sempre più rapido, io ormai non
riesco neanche più a capire quanti e quali siano i miei orgasmi, so solo quanto
sto godendo in questo momento ed è allora che esce da me e comincia a
masturbarsi, in ginocchio sul letto, sta venendo, ma voglio essere io a farlo,
lo prendo subito e lo masturbo, non ci metterò la bocca, ma lo voglio sentire
addosso, voglio sentire quel caldo su di me, bastano pochi secondi per farlo
venire, me lo stringo al seno e sento quella meravigliosa sensazione di calore
che mi pervade, trema, si inarca, e alla fine mi crolla addosso. Dopo qualche
secondo abbracciati mi bacia dolcemente e mi guarda, incrociamo lo sguardo, non
diciamo niente, sappiamo già tutto; rimette la testa sulla mia spalla,
cominciamo a giocare con le mani l’uno dell’altra, non ho idea di quanto tempo
sia passato da quando l’ho conosciuto, da quando gli ho offerto il caffè, da
quando ho chiuso la porta di casa, né quanto ne passerò così, abbracciato a lui,
so per certo che la serata non è finita e che un’intesa del genere non si
spegnerà con uno “ciao”. Ricominceremo tra un po’, quando non sarà il momento
mio, o suo, quando sarà il nostro.
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