Le immagini sono sfocate la profondità è solo un ricordo
neanche tanto limpido di qualcosa che aveva a che fare con la vista. Tutto è
giallo, quasi indistinto, solo alcune ombre si muovono in modo regolare. Un suono
intermittente e regolare, fastidioso come neanche quella maledetta suoneria del
cellulare è mai stata, si distingue nel marasma di suoni indefiniti e
indecifrabili. Ogni tanto emerge qualche parola strana forse sentita qualche
volta per sbaglio in qualche telefilm americano di quelli che riempiono quei
mercoledì in cui non hai niente da fare e resti rintanato in casa ad aspettare
un giovedì forse più eccitante. Roba come “Adrenalina”, “tampona”,
“Epinefrina”, “arresto”, “anafilattico” ma forse neanche son queste le parole,
c’è solo un vago ricordo di una puntata di E.R. con un tizio e un altro tizio e
gente che urla e uno di quei letti con le ruote….Buio.
Torna quella specie di luce uniforme ma adesso le ombre si
muovono di scatto a intervalli regolari, quasi come se fosse il punto di
osservazione a sobbalzare. Quel maledetto suono ha cambiato cadenza e non
sembra più molto regolare. Le ombre sembrano un po’ più definite, forse sono
teste, rivolte verso qualcosa che polarizza l’attenzione, continuano a portare
un po’ di scuro in quella luce gialla diffusa e incomprensibile. Finiscono i
sobbalzi dell’immagine, adesso quel suono è di nuovo insopportabilmente
regolare e le sagome nere si allontanano. La luce gialla diffusa si smorza come
nascosta da una nuova luce, meno forte, grigia, si sta muovendo tutto. Stop.
Adesso tutto è di nuovo fermo, le sagome sembrano quelle di prima ma forse più
definite, dovrebbero essere persone, sì, adesso è sicuro, molto indaffarate, la
luce però è più fredda, quel suono forse sta allungando gli intervalli, non
sembra più molto regolare…Buio.
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