E' a capo basso da almeno cinque minuti e l'attività appare
coinvolgerla sempre più febbrilmente. Dall'eccitazone di sapere
"quando...?" è passata alla furia di capire "ma quando
cazzo...?" e sta avviandosi alla fase di rassegnazione al "chissà
se...".
Fa pena, il suo atteggiamento non può non tradire una vita
disegnata dall'insoddisfazione, dal senso di incompiutezza, dall'ignoranza,
quella brutta, quella esistenziale, che non ti spinge a leggere un libro, o un
quotidiano, neanche quando l'alternativa sono le vicende dell'ultimo tronista
di Maria.
Uscirà di qui e tornerà a casa, dopo aver fatto le solite
commissioni di tutti i giorni, quella casa dove potrà alimentare le proprie
frustrazioni cucinando, facendo le pulizie, spiando i vicini, accogliendo un
marito che probabilmente anche oggi non le rivolgerà la parola, ed aspettando
con ansia la Maria, quella della televisione...
Con l'automatismo di una routine collaudata da anni si avvicina al bancone, allunga un foglio alla cassiera "dammene un altro, via". Riprende in mano il portachiavi e gratta l'ennesimo gratta e vinci, perde, apre la borsa con un certo senso di vergogna, quello di chi paga debiti di gioco, paga i suoi 35 euro e domani è giorno di lotto e superenalotto. Si decide che deve imparare a giocare a Win for Life, domani.
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