Pronti via. A vederlo barcollare su quei tacchi vengono i
brividi, non si capisce quando, ma prima o poi si spezzerà una caviglia a metà,
qualche mezza risata dalla navata principale è un incoraggiamento ben più che
sufficiente, l' Oltre avanza come mezza bottiglia di Jack Daniel's, un bel paio
di tacchi 12 e una gonna da cheerleader slabbrata rubata a chissà chi, possano
consentire. Lo chiamano Oltre dai tempi del liceo, quando tutti ritenevano di
poter fare i coglioni solo fino ad un certo limite, lui no. L' Oltre arriva a
metà navata e pare perplesso, si ferma, guarda fisso davanti a sé come se
qualcosa non stesse andando per il verso giusto. La navata offre la eco giusta
per risolvere l'empasse: un rutto fragoroso ricorda che sull'acustica anche nel
quattordicesimo secolo sapevano qualcosa, pur senza formule e teoremi. L' Oltre
arriva all'altare, pacca sul culo alla sposa, si beve il vinsanto del prete,
decide di far capire ai presenti che non ha chiaro quale differenza di intimo
ci sia tra il portare una gonna o un kilt e con un paio di madonne brinda a
quella gran maiala della mamma della sposa. E anche questa giornata è
guadagnata.
Quando l' Oltre arriva al Bar la mattina dopo e fa i
complimenti al Rossini per il matrimonio; nessuno ha il coraggio di dirgli che
il matrimonio del Rossini era a San Francesco e l' Oltre a San Francesco non
s'è proprio visto. Sono le 8:45, l' Oltre prende il suo caffè corretto e oggi è
un nuovo giorno.
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