domenica 17 novembre 2013
Onde
Nuota. Da troppo tempo affoga in una vita che non le appartiene; una
vita cui si era accostata timidamente e che con troppa facilità l'ha
inghiottita. Le ha strappato ogni giorno, ogni ora, ogni minuto; ha allontanato
ciò che è diverso da lei e poi l'ha circondata; era marginale, è diventata la
sua aria. Da tempo immemore non respira veramente, respira la sua nuova vita,
non ne fugge, non ne ha coraggio, non crede di saper più respirare qualcosa che
non sia la sua nuova aria. Il tiepido sole di oggi l'ha distratta, si è
allontanata dai simboli della sua nuova vita senza neanche accorgersene, un
piede dietro l'altro, l'acqua le ha raggiunto le caviglie, le ginocchia, il
sedere; si ferma per un leggero brivido quando l'acqua arriva alla pancia. Si
volta. Vede la sua vita. E' rimasta lontana, sotto l'ombrellone. Si gira verso
il mare aperto, prende finalmente una boccata d'aria e si immerge. Trova
nell'acqua una leggerezza che va ben oltre le intuizioni di Archimede,
alleggerisce se stessa mentre si allontana da una vita che non deve più essere
sua. Nuota, e l'orizzonte non è più così lontano.
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