Il sole taglia la piazza proprio sulla striscia di marmo
bianco e il segno non è meno netto di quello del diamante sul vetro. Il pruno
rosso gioca sul confine tra luce e ombra mosso da un vento insolitamente
vivace. L'acqua della fontanella riflette la luce sulle pareti in ombra mentre
quel bambino biondo non riesce a berla, disturbato da quel sole così tagliente.
Sulla panchina in fondo alla piazza due bambine si confidano qualche segreto
mentre vezzosamente arrotolano le maniche delle magliette per prendere meglio
uno dei primi soli dell'anno.
Lei osserva. Lo sguardo perso nel vuoto ma un sorriso che
testimonia della percezione di quello scenario così rasserenante. Era al sole
dieci minuti fa, non si muove, adesso l'ombra le maschera il volto, la luce le
fende il viso a metà, forse non se ne accorge, forse non le dà fastidio, forse
è così che si sente se stessa. Si asciuga gli occhi, sopprime un singhiozzo.
Non è giusto chiamare fratello un figlio.
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